Le curve folli dell'architetto Zaha Hadid

Le curve folli dell'architetto Zaha Hadid

A gennaio esce sugli scaffali una monografia dell'opera di Zaha Hadid, ristampata da Taschen, che celebra i quarant'anni di carriera di questa prima grande architetto del XXI secolo. L'opportunità di rivedere il suo virtuosismo nella geometria spaziale innovativa.

I visionaria britannica, originaria di Baghdad, in Iraq, morta nel 2016 per un infarto all'età di 65 anni, lascia un'eredità unica che ha rivoluzionato il mondo dell'architettura. Quella che è stata soprannominata dal The Guardian la "regina delle curve" è la prima donna a ricevere il Premio Pritzker (il Premio Nobel per gli architetti) e la prestigiosa medaglia d'oro del Royal Institute of British Architects (RIBA).

Apprendista e poi collaboratrice dell'adorato architetto Rem Koolhaas, ha fondato la sua agenzia a Londra nel 1980, Zaha Hadid Architects ( ZHA), che ha avuto un profondo effetto sui paesaggi urbani. Sia ammirata che criticata, questa geniale designer ha saputo sfidare le leggi della gravità, trasgredire i domini e ridefinire i campi di sperimentazione. Ha reinventato lo spazio museale, come il MAXXI di Roma e l'Arte Mobile di Chanel, e ha sfidato le regole imposte da una vecchia guardia dominata dagli uomini.

Forme ondulate

La sua visione è audace, sperimentale, futuristica, rigorosa, aerea e geometrica, anche se alcune sue opere di grandi dimensioni sono state spesso considerate difficili e costose, portando a polemiche e abbandono. Tra cemento, vetro e metallo, tratteniamo in lei questo colpo di genio che scaturisce dal decostruttivismo di cui è una delle figure tutelari. Se questo movimento rompe con le tradizioni tecniche, i precetti della società e rifiuta l'ordine lineare, Zaha Hadid porta il suo tocco, cancellando gli angoli retti per lasciare spazio a curve ininterrotte, linee intrecciate, piani sovrapposti.

Un'estetica espressiva, fluida e spaziale che ripensa lo spazio in cui è installata la struttura e, per estensione, il suo modo di rappresentare il mondo. La monografia, Zaha Hadid. Opere complete 1979 – Oggi , ristampato da Taschen a un prezzo accessibile, raccoglie in quasi 700 pagine tutte le sue creazioni architettoniche, senza dimenticare il design degli oggetti e degli allestimenti interni.

Ecco cinque virtuosismi che ti invitano ad entrare nell'universo di questo astrofilo.

Galaxy Soho (Pechino, Cina, 2012)

Ampio complesso di 330.000 mq, composto da quattro volumi che ospitano uffici, negozi e locali di intrattenimento, collegati da corridoi curvilinei su più livelli. Questa architettura urbana è un mondo interno di spazi aperti che prende vita nella capitale cinese.

Centro Culturale Heydar-Aliyev (Baku, Azerbaigian, 2012)

Complesso di 100.000 mq dalle linee eleganti, che comprende un centro congressi, un museo, una biblioteca e un parco su una superficie di nove ettari.

New Port House (Anversa, Belgio, 2016) 

Monumento mozzafiato di 20.800 mq dove passato e futuro si fondono. La struttura contemporanea, che assume la forma di una grande barca di vetro, è installata sopra questa ex caserma dei pompieri dismessa e conservata. Per Zaha Hadid, Port House simboleggia la natura dinamica e innovativa del porto di Anversa.

Hotel Morpheus (Macao, Cina, 2018)

Questo gioiello di architettura futuristica, alto 130 metri, in vetro e acciaio, offre una vista panoramica di questa "Città dei Sogni". Hotel di lusso di 40 piani, con 770 camere, suite, duplex e ville, venti ristoranti di cui due Alain Ducasse e una pasticceria Pierre Hermé.

Stadio Al Janoub (Qatar, 2019)

Questa splendida struttura è il primo stadio commissionato per la Coppa del Mondo FIFA 2022 in Qatar. Le prime immagini del progetto hanno suscitato polemiche; alcuni lo vedevano come una connotazione sessuale, soprannominando l'architettura "Stadio della vagina". Zaha Hadid ha detto all'epoca di aver trovato il riferimento "ridicolo" e "macho".

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